Obesità infantile: Italia ancora tra le peggiori in Europa. Occorre educazione alimentare
L’Italia è tra i paesi con il maggior numero di giovanissimi sovrappeso. Nella fascia d’età 8-9 anni, il 20,9% è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. Sebbene l’andamento sia in lieve diminuzione nell’ultimo periodo, si tratta di una situazione drammatica che potrebbe peggiorare drasticamente tra qualche anno. Le previsioni, infatti, non sono affatto confortanti. Secondo uno studio, recentemente condotto dalla United European Gastroenterology (UAG), basato sui dati di 46 Paesi: un bambino su tre in Europa è sovrappeso ed entro il 2025 passeranno dagli attuali 41 milioni a 70 milioni i bambini con meno di cinque anni che in tutto il mondo saranno sovrappeso.
L’Italia è più che mai coinvolta dai rischi collegati all’obesità infantile. La maglia nera europea, infatti, va, paradossalmente, ai paesi meridionali (Italia, Spagna, Grecia), famosi per la decantata dieta mediterranea. Tra le cause principali c’è una forte carenza di attività fisica, un eccessivo tempo passato davanti ai dispositivi elettronici (TV, PC, viedeogame, etc.) e un’alimentazione sbagliate e sregolata.
Dagli ultimi dati raccolti emerge come le abitudini alimentari influiscano in maniera determinante allo sviluppo del fenomeno:
- l’8% dei bambini salta la prima colazione;
- il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine)
- il 52% fa una merenda di metà mattina abbondante
-il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura.
- il 41% dei genitori dichiara che i propri figli assumono abitualmente bevande zuccherate e/o gassate
I nutrizionisti sono d’accordo nell’affermare che i fattori primari di azione necessari per contrastare l’obesità infantile sono:
- Educazione alimentare a scuola, rendendo consapevoli i bambini sul legame tra benessere psico-fisico ed alimentazione
- Sviluppo di Progetti collegati all’educazione alimentare, incrementando il consumo di alimenti sani (come frutta e verdura) e dell’attività fisica durante l’orario scolastico.
- Sensibilizzare i genitori sul problema, incentivandoli ad iscrivere i figli a corsi ed attività sportive extrascolastiche
Gli stili di vita sono un fattore determinante, riconosciuto per lo sviluppo delle malattie croniche non trasmissibili – afferma il ministero della Salute - ed hanno un forte impatto sulla salute. Si stima, in fatti che un corretto stile di vita incida del 30 per cento sulla riduzione del rischio di insorgenza di un cancro. Contrastare il fenomeno significa quindi tutelare la salute dei più giovani e alleggerire il peso delle spese sanitarie per tutte le patologie derivate dall’obesità.
Alcune iniziative sono già state intraprese, a livello regionale, come il progetto “A scuola di salute” lanciato dalla Regione Abruzzo, percorso formativo “gestito dalla Asl di Teramo, oppure il “progetto regionale per la prevenzione del sovrappeso e dell’ obesita' infantile” , lanciato dal Dipartimento della Sanità della regione Calabria.