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Università 2010: 1°Rapporto Federconsumatori sul costo degli atenei italiani - II PARTE. Studiare fuori sede costa caro, fino a 7 volte in più rispetto a chi studia nella propria città.

Uno studente italiano “fuori sede” spende fino a 6.958 € annui in più rispetto ad uno che studia in sede. È quanto emerge dallo studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulle spese sostenute dagli studenti universitari. In Italia il 20,5% di questi ultimi, stando ai dati Istat 2009, studia al di fuori della propria regione di residenza, inoltre, a questi andrebbero aggiunti  gli studenti che, all’interno della stessa regione, si spostano in un'altra città. È l’affitto la voce più costosa per uno studente “fuori sede”, che, insieme alle spese accessorie (riscaldamento, condominio, energia, ecc.), raggiunge mediamente 4.982 € annui se sceglie di vivere in singola, e 3.756 € annui se, invece, sceglie di condividere una stanza con altri studenti. Dividendo l’Italia in Macro-regioni si scopre che è il Centro ad avere le spese per la casa (affitto+mantenimento) più alte, pari a 5.544 € annui per una stanza singola e 4.194 € annui per una stanza condivisa. Più economico, invece, risulta il Sud con una spesa pari al 31% in meno rispetto al Centro, per quanto riguarda la stanza doppia e del 34% in meno relativamente alla singola. Di non poco conto risultano anche le spese per i libri, con una differenza tra le facoltà umanistiche e quelle scientifiche: per le prime la spesa ammonta in media a 454 € annui, il 17% in più rispetto a quelle scientifiche. Da tale studio, quindi, emerge chiaramente che ad orientare lo studente nella scelta dell’università non è solamente la qualità della facoltà prescelta, ma gioca un ruolo fondamentale anche il reddito della propria famiglia. Chi non ha la possibilità di sostenere i costi di una vita da studente fuori sede, perciò, deve accontentarsi di frequentare l’università più vicina (ovviamente ove disponibile). “A potersi permettere di studiare fuori sede, quindi, è o il figlio del solito gioielliere/albergatore/notaio/ecc. – afferma Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori - o un qualsiasi studente che, tuttavia, pur di frequentare la facoltà desiderata, è costretto a lavorare per mantenersi, allungando, così, nella maggior parte dei casi, i tempi necessari per laurearsi.” Tutto ciò mina fortemente il diritto allo studio per molti studenti e pone l’attenzione, ancora una volta, sulla necessità di un’edilizia scolastica adeguata, anzi, rivendichiamo un provvedimento che vieti la costruzione di nuovi atenei senza la contestuale costruzione di alloggi. I posti disponibili nelle residenze universitarie, infatti, sono scarsissimi: possono ospitare solo il 2,7% degli studenti universitari, appena 48.000 a fronte di un totale di iscritti nelle università italiane pari a circa 1.800.000 studenti (dati relativi all’anno accademico 2008-2009).   VISUALIZZA LE TABELLE

 

 

 

 


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