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Italiani, informatici disinformati

 

Internet, luogo di libera informazione ma anche di grandi bufale. La quantità di notizie, dati e informazioni è tale da creare un sovraccarico difficilmente gestibile dagli utenti, in particolare per i meno esperti. Emerge da una ricerca condotta dall’Università degli studi Suor Orsola Benincasa, denominata “Infosfera italiana 2016”, una deriva causata da disinformazione e manipolazione cognitiva, riconducibile ad un cattivo utilizzo di internet, tra social network e siti d’informazione.

Lo studio utilizza il termine infosfera per designare “l’insieme dei mezzi di informazione e comunicazione, nonché il complesso delle informazioni che circolano attraverso questi mezzi. Si tratta della globalità dello spazio informativo, un ambiente dove gli organismi si formano come cellule interconnesse attraverso quei flussi informativi che continuamente lo attraversano”.

La ricerca, basata su un sondaggio che ha visto la partecipazione di 1157 persone, ha individuato alcuni aspetti della vita online degli italiani, individuando, fra l’altro, i principali media utilizzati per accedere alle informazioni. I risultati sono sorprendenti: tra i primi cinque mezzi utilizzati tre sono online. Al primo posto si posizionano i motori di ricerca, al secondo i telegiornali, seguono i siti web d’informazione, i profili facebook dei media e i quotidiani online.

Gli utilizzi principali della rete sono per la maggior parte assorbiti da facebook (76%), ma anche la ricerca di strade e località (75%), cercare informazioni su prodotti e servizi (71%), guardare video su YouTube (68%) e ascoltare musica (67%). Nonostante la diffusione del web testimoniata dai suddetti dati, resta un’importante dato da evidenziare: i principali media che influenzano le opinioni politiche sono tutti offline.

Inoltre, nonostante la maggior parte del tempo online viene trascorsa sui social (il 75,98 % degli utenti dichiara di utilizzare facebook) il 90% non è in grado di identificare un profilo fake (falso) su facebook e il 73% di identificare un profilo Twitter di un sito di bufale.

È evidente che sono proprio i social media il fulcro della disinformazione e della cattiva percezione della realtà, dove l’emotività gioca un ruolo fondamentale, condizionando le opinioni e confondendo le coscienze a discapito dell’obbiettività. È bene fare un distinguo tra la logica emotiva dettata dai social network, che meglio si addice ai momenti di svago e i luoghi dell’informazione, che dovrebbero invece prediligere l’obbiettività e l’imparzialità.

 

 


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