Mantenersi gli studi in Italia? Impossibile!
Causa crisi lavorativa, assenza di concrete politiche di welfare e inefficienza dei modelli di istruzione, oggi mantenersi gli studi in Italia è praticamente impossibile. A dirlo è l’ultima rilevazione dell’Istat, che mostra come la quota degli studenti lavoratori tra i 15 e i 24 anni non è mai stata così bassa. In questa fascia d’età, infatti, sono appena 75mila i ragazzi che riescono a mantenersi gli studi lavorando, ovvero il 2% del totale.
Il dato è allarmate, soprattutto se paragonato a quello di dieci anni fa. Con tutte le differenze sociali ed economiche da prendere in considerazione, infatti, emerge come rispetto al 2005 il numero di studenti-lavoratori si è più che dimezzato, con un crollo del 51%. Il 60% se si prende in considerazione il 2008, anno in cui l’Italia ha toccato il picco di studenti attivi nel mercato del lavoro. Dati che parlano da soli e che accendono un faro sull’inesistenza di politiche giovanili in Italia.
Per quanto riguarda gli universitari, categoria sempre più esigua, emerge, tra i 20 e i 24 anni, una situazione di grande difficoltà, nonostante la flessibilità offerta dai corsi. Prendendo in considerazione sempre il 2005, infatti, gli studenti che riescono a trovare un impiego per mantenersi gli studi sono passati da 119 mila a 64 mila. Una differenza di 55 mila persone, ovvero del 46%. La situazione è drammatica. Il lavoro rappresenta non solo un elemento di sostentamento, ma anche formativo, che dovrebbe conciliarsi e non escludere il percorso di studi. Quanto ancora dovremo aspettare allora prima di vedere in campo misure concrete volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro?